Thursday, April 18, 2024

“Fedra – diritto all’amore” con Galatea Ranzi al teatro romano di Volterra

Oggi è usuale assistere a riscritture teatrali di testi classici in forma di monologo. È ciò che è avvenuto il 2 agosto 2015 al teatro romano di Volterra con Fedra diritto all’amore che ha chiuso il XIII Festival internazionale dell’omonimo teatro.

fedra4La figura di Fedra, personaggio mitologico e appartenente anche alla drammaturgia tragica greca e latina di Euripide e Seneca, rivista e riscritta da Eva Cantarella, è stato impersonato da Galatea Ranzi, che, sotto la regia di Consuelo Barilari, ha dato vita alla tormentata figura di donna che è stata scelta quale simbolo del riscatto femminile dalla consuetudine, dalle tradizioni e dalle costrizioni che si dimostrano proprie di tutti i tempi e non solo dei tempi in cui uomini e dei intrecciavano inestricabilmente le proprie vicende.

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Spettacolo multimediale, dotato di proiezioni luminose, di una parte sonora fuori campo declamata anche in greco antico e di richiami alla cinematografia non solo Hitchcockiana, ma in particolare Fanche surrealista di Charles Bryant con la wildiana “Salomé” di Alla Nazimova, pietra miliare della cinematografia degli anni ’20 del secolo scorso, il monologo della Ranzi si è dimostrato evocativo, ma ha risentito proprio della forma teatrale scelta. Sul palco, con l’attrice, infatti, solo due oggetti simbolici, ispirati all’arte di Alberto Savinio e Salvador Dalì, ove invece la presenza in scena del tanto amato e nominato Ippolito si sarebbe dimostrata una freccia in più all’arco della riuscita drammaturgica del lavoro teatrale. Si sentiva urgere, infatti l’apertura del testo alla forma del dialogo, che non l’avrebbe fatto rimanere, così come è stato, racchiuso come in un bozzolo, sia pur suggestivo e ben recitato.

fedra1Ottimo il riscontro di gradimento del pubblico che ha sottolineato la chiusura dello spettacolo con lunghi applausi alla protagonista.

© Natalia Di Bartolo

fedra3“Fedra – diritto all’amore nasce da una riscrittura di Eva Cantarella dei testi di Euripide e Seneca, con Galatea Ranzi nel ruolo di Fedra, per la regia di Consuelo Barilari.  Il progetto nasce con la volontà di rivisitare il teatro classico antico in una chiave drammaturgica contemporanea. Fedra Diritto all’Amore è uno spettacolo multimediale nato da un lungo lavoro di ricerca sui nuovi linguaggi teatrali dove si intersecano più piani narrativi. In questo nuovo testo Eva Cantarella propone un’attualizzazione e rivitalizzazione del mito.

fedra5fedra7Fedra è un personaggio che lega con un filo continuo la ricchezza del mondo ellenico alla complessità della modernità. Nella messa in scena le video proiezioni, così come il disegno luci, sono in continua interazione con l’attrice, sviluppando il racconto della vicenda di Fedra su diversi piani di narrazione. Fedra Diritto all’Amore non è un semplice monologo, in senso classico, ma è concepito e ideato come spettacolo multimediale in cui video, sonoro, e luci non sono un semplice accompagnamento della parte recitata, ma anzi portano in scena parti e personaggi della vicenda. L’allestimento presenta la scena come una scatola multimediale in cui l’elaborazione video agisce costantemente su due piani di proiezione, formati da due tulle: il primo chiude il boccascena come “quarta parete”, il secondo è invece posizionato come fondale.

fedra9All’interno di questo spazio scenico l’attrice Galatea Ranzi evoca sola i personaggi del dramma, che prendono vita nelle videoproiezioni, nel sonoro e nelle voci fuori campo e nell’uso sapiente e narrativo della luce. L’interazione tra i diversi piani e modalità del racconto raggiunge la sua massima espressività nella narrazione del Minotauro in cui si ripercorre la storia della stirpe di Fedra. Sulla scena anche due grandi oggetti con funzioni sceniche, realizzati ispirandosi all’arte astratta di Savinio e Dalì, mentre la musica diventa insieme alle proiezioni l’ambiente sonoro materico in cui si dipana la vicenda. La figura dell’attrice è l’elemento di unione tra i diversi stili narrativi: l’universo filmico di Hitchcok entra nel teatro, grazie all’utilizzo di estratti del film Phedra di Jules Dassen, per rappresentare gli elementi “tragici” del racconto, le video proiezioni in live Motion che interagiscono sulla scena e la dinamica creata nelle proiezioni dal rapporto tra luce e video. Galatea Ranzi è l’interprete di Fedra, “la luminosa” (questo è il significato del nome).

 

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La nuova Fedra, in questa proiezione multimediale del personaggio risulta poliedrica: consapevole ma tormentata, ribelle, determinata nella trasgressione, pronta a sfidare la condanna morale della famiglia e della società per la ricerca della libertà. Non c’è predestinazione divina né maledizione genetica in questa nuova Fedra: passione e intelligenza la spingono a trasgredire. Il cambiamento è l’esigenza a cui lei risponde con il proprio istinto: bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra con la morte rivendica la libertà di amare e diventa paladina dei diritti e della libertà della donne. (Fonte Festival teatro romano Volterra)

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PHOTO LEONARDO IMPELLIZZERI & STEFANOFIDANZI/ASS. FOTOGRAFICA GIAN VOLTERRA

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